top of page

LANZAROTE: l'isola nera accarezzata dall'Atlantico

  • Immagine del redattore: Marta Di Nicola
    Marta Di Nicola
  • 9 mag 2021
  • Tempo di lettura: 8 min

Aggiornamento: 12 ago 2022

Il sibilo costante degli alisei che soffiano instancabilmente da Nord, inondando la terra di una fresca brezza oceanica, che passa attraverso le fronde delle palme scompigliandole come fossero i capelli di una donna, corre lungo le vie di paesini dove l'atmosfera è quasi surreale, solleva nubi di sabbia dalle dune che costeggiano le distese infinite di spiagge, delimitate da barriere di scogli dove le onde s'infrangono furiose, mentre cumuli di roccia nera che ancora testimoniano il passaggio della lava incandescente esplosa dai tanti vulcani disseminati sull'isola, restano immobili e immutati a ricoprire intere vallate, lì dove il tempo pare essersi fermato.

A largo della costa africana occidentale, a quattro ore di volo dall'Italia, le Canarie mi danno il benvenuto con Lanzarote, un lembo di terra intimo e selvaggio, uno spettacolo naturale che regala scorci meravigliosi a ogni angolo, riempie lo sguardo di orizzonti infiniti e panorami mozzafiato, imprimendo nella mente una sinergia di colori nitidi e brillanti cui l'azzurro dell'oceano fa da cornice perenne e fedele.

In una settimana che ho deciso di dedicare alla contemplazione della bellezza della natura e della sua forza straordinaria, durante giorni intensi colmi di esperienze sensoriali che mi hanno letteralmente travolta, sono tornata a respirare per davvero. Lanzarote ha rappresentato un'autentica boccata di ossigeno per il corpo, ma soprattutto per l'anima. Una vera rinascita spirituale.

Così, se un viaggio è sempre una buona idea, stavolta è diventato anche un'assoluta necessità.

Pronti a partire per quest'indimenticabile avventura?

L'antica capitale - Teguise: 10 maggio 2021

A Lanzarote tutte le strade portano a Teguise. Posizionata al centro dell'isola, è una specie di inevitabile polo magnetico. Antica capitale, oggi rappresenta un grazioso borgo con una discreta vita sociale, dalle tante caratteristiche casette bianche, gli infissi verde smeraldo e l'immancabile tocco esotico. Il campanile, che svetta dalla piazzetta principale, è un po' il suo segno distintivo essendo visibile sin dalla strada mentre ci si avvicina.

Mirador del Rio e Isola de La Graciosa: 10 maggio 2021

Il primo stupefacente spettacolo si apre dinanzi ai miei occhi curiosi in quello che è possibile definire il più famoso belvedere dell'isola; il Mirador del Rio è una finestra affacciata a strapiombo su una striscia di Oceano Atlantico le cui acque limpide, che si presentano come tante spennellate dalle varie tonalità di turchese su un fondo blu, separano Lanzarote dalla vicina e incredibilmente ancora più selvaggia isoletta de La Graciosa. Mentre il vento non cessa neanche per un istante di bisbigliarmi nelle orecchie, facendomi quasi perdere l'equilibrio tanta è la forza, lo sguardo osserva da una parte un impervio e disabitato cumulo di terra arida affondato nelle correnti oceaniche, e dall'altra un paesaggio di vulcani grigi e solitari intervallati da appezzamenti pastello, che guarniscono di mille sfumature una visione eccezionale, un quadro che Madre Natura ha saputo indubbiamente comporre ad arte.

L'isola de La Graciosa è talmente unica e anacronistica che merita una visita da vicino. Raggiunte le sue sponde con una breve traversata, la sua autenticità mi lascia senza fiato. A parte qualche locale spartano che discretamente sorge in prossimità del porticciolo, il resto dell'isola è dedicato all'essenzialità. Qui la vita scorre lenta, di ogni minuto se ne assapora il senso e il valore, i ritmi incalzanti, frenetici della città sono fortunatamente sconosciuti. L'intenzione di voler preservare questa quiete e questa sorta di distacco dal resto del mondo è ammirevole. La Graciosa mi riporta indietro a un'epoca che in effetti non ho mai vissuto, suscitando in me emozioni di stupore misto a un'inspiegabile nostalgia.

Tutte le strade sono sterrate e polverose, in alcuni punti persino ricoperte da mucchi di sabbia trascinata dal vento, così l'unico modo per visitarla è la bicicletta. A cavallo di una mountain bike, sotto un sole che con tenacia irradia la mia giornata senza tempo e i percorsi ahimè impervi dell'isola, mi dirigo alla volta delle sue spiagge paradisiache e delle calette nascoste. Una visione, di un fulgore vagamente caraibico, che mi ripaga di tutta la fatica del tragitto fatto. La Playa de Las Conchas è talmente perfetta da sembrare un miraggio.

Parco Nazionale di Timanfaya: 11 maggio 2021

Ciò che più di ogni altra cosa colpisce appena si arriva a Lanzarote e ancor meglio quando ci si avventura al suo interno, è senza dubbio l'immensa distesa di terra nera e gli ammassi di roccia e pietra lavica che si dispiegano a perdita d'occhio ai bordi delle strade, fin sopra ai crateri dei vulcani oramai inattivi, che ovunque circondano e rendono il paesaggio lunare, a tratti spettrale. Il Parco Nazionale di Timanfaya è un luogo ricco di fascino e mistero, segno indelebile di un evento naturale oramai remoto nel tempo ma che ancora vive nella morfologia dell'isola. Di nuovo respiro e vengo inebriata da un'atmosfera di unicità, di nuovo la mia vista è appagata e rapita dai colori scuri e dalle sfumature grigie, che contrastano elegantemente con l'azzurro sgargiante del cielo e con la linea di oceano che all'orizzonte fa timidamente capolino.

I vigneti e le "bodegas": 11 maggio 2021

Lo stesso scenario, fatto di terra scura e informe, rappresenta una splendida costante di Lanzarote, una peculiarità che le dona un'immagine irripetibile; a pochi minuti di distanza dal Parco di Timanfaya, percorrendo una strada costellata di "bodegas", ovvero di cantine dedicate principalmente alla produzione della malvasia vulcanica, si viene introdotti nelle vallata dei vigneti. Il suolo nero e granuloso crea un vivace contrasto cromatico con il verde delle piante, che qui vengono sistemate in buche poco profonde circondate da una barriera di pietre laviche, tale da garantirgli un'efficace riparazione dai venti che spirano impetuosamente sull'isola. Lo spettacolo che si ottiene nel suo insieme è unico, senz'altro diverso dall'idea comune di vigna; i semicerchi lavici partono dalla strada e si osservano, sempre più piccoli e indistinguibili l'uno dall'altro, fondersi con il terreno fin quasi a sparire sui lontani versanti.

La storia che ogni bottiglia di vino racchiude sa di dedizione, rispetto per l'ambiente e cultura.

A Lanzarote si dice che ogni bottiglia di vino rappresenta un miracolo; l'unico modo per saperlo è visitare qualche bodega. "La Geria" è la prima che s'incontra risalendo la strada, la prima a soddisfare le mie papille gustative. Il "Rubicòn", che visito subito dopo, conferma la straordinaria qualità di questa bevanda, che sorge da una terra splendida e insolita.

La mia breve degustazione è la riprova che il miracolo del vino si avvera sempre in maniera sublime.

Gli scorci panoramici - El Golfo: 11 maggio 2021

Il regista spagnolo Almodòvar ha deciso di girarci una scena del film "Los abrazos rotos" (Gli abbracci spezzati) e in effetti quando ci si trova davanti a questo spettacolare susseguirsi di colori, che parte dal nero fino ad arrivare all'azzurro, passando per il rosso, l'arancione e il verde, è facile intuirne il perché. Un set naturale di straordinaria bellezza.

Gli scorci panoramici - Los Hervideros: 11 maggio 2021

Non molto lontano da "El golfo", l'Atlantico si mostra in tutta la sua furia, andandosi a insinuare nelle scogliere rocciose che formano "Los Hervideros", una costa aspra di grotte marine dove le onde finiscono la propria corsa e, sospinte dalla foga del vento, si alzano in irruenti sbuffi.

Jardin de Cactus: 12 maggio 2021

In un ambiente tanto assurdo, in mezzo a tanto nero e desolazione, il giardino dei cactus rappresenta un'improvvisa manifestazione di verde, un esempio di botanica architettonica voluta da Cèsar Manrique, come a dimostrare la perfetta armonia che può esistere tra arte e natura. L'ambiente è senza dubbio singolare: in un piccolo appezzamento di terreno viene racchiusa un'inaspettata molteplicità di piante grasse, di cui nemmeno ipotizzavo l'esistenza. Su tutte domina un mulino a vento, simbolo indiscusso di questa terra preda dei venti.

Le spiagge - Caleton Blanco: 12 maggio 2021

All'estremo nord dell'isola, l'oceano Atlantico si palesa in tutta la sua bellezza selvatica e sfrontata, spinto dalla forza dell'aliseo che in questo punto è particolarmente intensa. Caleton Blanco, che gode di un modesto riparo dalle violente onde grazie alla presenza di una fitta scogliera in grado di creare una sorta di laguna, rappresenta però una piccola oasi naturale, dove le acque diventano calde e limpidissime tingendosi di celeste e di tutti i riflessi della luce solare. Così, mentre le onde si infrangono con veemenza sulle rocce, producendo un energico fragore di sottofondo, l'unico modo per trovare riparo dal vento è quello di comportarsi un po' come le piante dei vigneti e stendersi dietro le barriere di pietra vulcanica che puntellano l'intera spiaggia, come fossero ghirlande.

Le spiagge - Playa Blanca: 13 maggio 2021

L'unica spiaggia dell'isola che, dal punto di vista climatico e paesaggistico, riporta a un'atmosfera meno selvaggia e più turistica, quasi a volermi far dimenticare che sono di fronte all'oceano Atlantico, si trova al sud. Playa Blanca è un tappeto di sabbia fine e bianchissima, bagnato da acque turchesi poco profonde che creano il classico e irresistibile effetto piscina, seppur con temperature meno confortevoli, a ricordarmi che si, in effetti sono proprio nell'oceano.

Playa Blanca è anche una località vivace, dove negozi di souvenir e ristoranti tipici si susseguono lungo un grazioso affaccio sul mare, da cui all'imbrunire è possibile osservare le luci del tramonto che si rispecchiano sulla superficie dell'acqua mentre si gusta una squisita cena a base di pesce fresco.

Le spiagge - Playa Papagayo: 13 maggio 2021

Ma per osservare il tramonto sul mare in tutto il suo splendore e in tutta l'esplosione di luci e colori che ne deriva, bisogna guidare fino a Playa Papagayo, attraversando un arido e desolato parco naturale protetto, lungo il quale si incontrano una serie di spiagge e calette, intervallate da scogliere a picco che si tuffano nelle azzurre acque oceaniche. Le baie sono immense e quasi completamente deserte, e l'impressione è quella di sentirsi infinitamente piccoli al cospetto di cotanta magnificenza. Nonostante mi trovi nella parte meridionale dell'isola, il vento non si placa e il suo fischio perpetuo contribuisce a rendere l'atmosfera ancora più magica. I colori dell'oceano sono invitanti ma le temperature del tardo pomeriggio non consentono di andare oltre i primi passi nell'acqua; decido quindi di rimanere a guardare quest'incredibile tavolozza come un avido spettatore per fissare nella mente quanta più bellezza possibile, in cui eventualmente rifugiarmi ogni qualvolta ne avrò bisogno.

Playa Papagayo offre il suo profilo migliore dall'alto, ovvero dal punto panoramico più vicino da cui le acque della laguna sembrano diventare color verde petrolio, in una pittoresca ed efficace contrapposizione con gli scogli ruvidi e massicci che vi si immergono, abbracciandola. Qui s'incontra anche l'unico bar della zona, dove è d'obbligo rifocillarsi grazie a una fresca malvasia vulcanica secca con vista mare!

Il crepuscolo offre una spettacolare varietà di riverberi su tutte le superfici che i raggi del sole incontrano nel loro lento e inesorabile declinare; il terreno, che ricopre gran parte dell'intera vallata, da brullo che era, adesso si mostra in nuove e incredibili sfumature. Il mare diventa una tavola piatta ed omogenea senza fine.

Le spiagge - Playa de Caleta de Famara: 14-15 maggio 2021

Tutto l'emblema e l'essenza di Lanzarote si esprimono nella spiaggia senza dubbio più affascinante dell'isola, contemporaneamente paradiso di surfisti che qui vengono a danzare sulle onde spumeggianti che si riversano impetuose sulla spiaggia, e villaggio rurale di pescatori avvolto in un'atmosfera decadente e senza tempo.

La prima idea che si ha arrivando con la macchina è quella di un borgo povero e trasandato per via delle abitazioni poco rifinite, le stradine ricoperte di sabbia e ciottoli, la mancanza assoluta di qualsiasi eccesso, ma spingendosi oltre, passando davanti ai tanti negozietti che affittano e vendono le coloratissime tavole da surf, e poi ai localini disseminati ai vari angoli che con la loro allegra sobrietà riscaldano il clima, mi lascio immediatamente rapire da uno sensazione nuova, che sa di spensieratezza e romanticismo. La spiaggia, malinconica nel suo sembrare quasi abbandonata, incontra l'oceano che qui diventa blu scuro, mentre la salsedine invade i miei polmoni. La montagna, spoglia e severa, che viene nascosta dal rapido passaggio delle nuvole, sovrasta e scende a picco poco dietro, come la cornice perfetta di un quadro suggestivo.

A Caleta de Famara si respira un'aria dal sapore internazionale, grazie a tutti gli amanti del surf che si spingono fin qui da molti paesi europei, colorandola con il loro inconfondibile stile, che ben si mescola a un'aria più familiare, dove uomini anziani dal viso rigato e abbronzato si riuniscono attorno a un tavolo per sfidarsi a carte nella brezza serale. Tutto si fonde alla perfezione, e sotto la luce romantica che illumina l'intera baia, proiettandosi fin sopra le case e nelle viuzze acciottolate, è impossibile non desiderare di rimanere qui per sempre.



 
 
 

Comments


Segui

  • facebook
  • instagram

©2018 by Marta in wanderlust. Proudly created with Wix.com

bottom of page