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BELGIO: sulle vie del luppolo

  • Immagine del redattore: Marta Di Nicola
    Marta Di Nicola
  • 14 ago 2014
  • Tempo di lettura: 8 min

Chi come me è amante della birra sa - o dovrebbe sapere - che il Belgio è il paese dove questo prodotto trova la sua massima espressione, per quantità, varietà e bontà: stili, colori, profumi e tonalità gustative che probabilmente non hanno eguali sull'intero pianeta si mischiano a storia, cultura e tradizioni secolari di un popolo che ha fatto di questa bevanda il fiore all'occhiello della propria realtà gastronomica.

Spinti dalla curiosità di intraprendere un viaggio incentrato sulla ricerca dell'autentico gusto per il luppolo, decidiamo di partire alla volta di questo piccolo pezzo di terra incastonato tra le latitudini del nord Europa sulle tracce dei monaci trappisti e alla scoperta delle antiche abbazie disseminate su tutto il suo territorio.

Per spostarci scegliamo di utilizzare il treno: con un importo decisamente contenuto realizziamo infatti un itinerario piuttosto completo che comprende in tutto sei diverse città.

Qui sotto vedete il nostro percorso...si parte!

Charleroi/Bruxelles: 14 agosto 2014

La prima tappa, che è quella dove atterra il nostro aereo, è Charleroi; da qui ci dirigiamo immediatamente verso Bruxelles: capitale belga ed europea, una città grigia e piovosa persino in piena estate, che mostra tutta la sua tipica austerità nordica nell'architettura lineare dei palazzi e nella precisa disposizione delle strade, che sono peraltro pulitissime. Si vede che siamo in un luogo istituzionale, ogni cosa è apparentemente in ordine.

Il centro cittadino è piuttosto raccolto per cui riusciamo a visitarlo nel giro di qualche ora; la parte che visivamente ci colpisce di più è la Grand Place, adornata con un'immensa distesa di fiori dai colori vivaci che, proprio in questi giorni plumbei, ci offrono un gradevole contrasto con il cielo.

Le birrerie di Bruxelles, che di solito rimangono aperte durante tutto il giorno, sono ricavate all'interno di locali storici scarsamente illuminati, spesso incastrati tra le mura dei palazzi che li circondano. Sono intimi ambienti curati in ogni minimo dettaglio, che vanno dall'arredamento fino alla tappezzeria, ma anche piccoli musei che espongono una varietà illimitata di birre in grado di stupire anche i palati più esigenti. Nonostante l'orario pomeridiano, questi locali sono frequentatissimi non solo dai turisti, ma soprattutto da belgi di mezza età: comitive che brindano felicemente, anche se con garbo, in un clima tutto sommato intellettuale, fanno da cornice al continuo viavai dei camerieri intenti a servire le tipiche degustazioni della casa in bicchieri selezionati ad hoc; la birra, che si mostra in tutte le sue fermentazioni e sfumature di colori, è quasi un credo e gode per questo di un certo rispetto.

Dinant e Abbazia di Notre-Dame di Leffe: 15 agosto 2014

Il giorno successivo saliamo di nuovo sul treno per raggiungere Dinant, città di nascita di Adolphe Sax (inventore dell'omonimo strumento) e sede dell'originaria abbazia Notre-Dame de Leffe che ospita il relativo museo (Maison Leffe); qui ci imbattiamo nella degustazione di tutte (o quasi) le tipologie di birra, scoprendo di esserci privati, fino a quel momento, di gran parte delle varietà di Leffe che in effetti vengono prodotte in questa provincia del Belgio.

Nonostante il grigiore che fa da sfondo alla nostra gita - o meglio, all'intera vacanza - il gusto avvolgente del luppolo e il suo intenso profumo, insieme alla calda accoglienza della location, riescono pienamente ad appagare i nostri sensi, facendoci quasi dimenticare il freddo pungente e per noi inconsueto che caratterizza questi paesaggi nordici. A onor del vero, bisogna ammettere che anche il tasso alcolico fa la sua parte.

La cosa più evidente che traspare da questa che è la nostra prima visita di un'abbazia trappista, e che avremo modo di riaffermare anche in seguito, è sicuramente la cura e la dedizione che i belgi rivolgono alla manutenzione della struttura e dei giardini circostanti: siamo davanti a un vero e proprio luogo di culto che non dimostra affatto la sua età secolare, se non nel richiamo ad un'architettura vagamente gotica.

Anversa e Abbazia di Westmalle: 16 agosto 2014

Riprendiamo il treno, questa volta zaino in spalla, per dirigerci verso la parte settentrionale del paese: arriviamo ad Anversa, una città che sa ancora di più di nord Europa, la cui vicinanza ai Paesi Bassi, nelle sue forme architettoniche ma soprattutto nelle temperature, è tangibile. Siamo pronti ad immergerci nella cultura fiamminga!

Come nel resto del paese, anche qui regna l'ordine, la pulizia..il grigio.

Dopo un breve passaggio al b&b per lasciare i bagagli in camera (che ha la simpatica caratteristica di avere il wc posizionato direttamente accanto al letto, separato da quest'ultimo solo da una porticina trasparente) e una rapida visita del centro cittadino, con suoi eleganti palazzi storici, l'ampia piazza del mercato e i suoi vicoli nascosti, decidiamo di far ulteriormente decollare la nostra competenza in materia di birre.

Anche qui, come a Bruxelles, ad ogni angolo di strada si incontrano le brasserie e c'è solo l'imbarazzo della scelta; ispirati dalla particolare architettura di uno di questi locali (un lungo corridoio stretto alloggiato in una sorta di cortile interno), decidiamo di entrarvi: scopriamo che il birrificio è famoso per la trappista Westvletern! Ovviamente, essendo il primo ed unico incontro con questa marca, rimane tutt'oggi memorabile (inoltre conservo ancora l'idea di realizzare degli orecchini con i tappi delle due bottiglie di birra bevute lì).

Percorrendo pochi km dal centro di Aversa su un autobus extraurbano, raggiungiamo l'abbazia di Westmalle, culla di un'altra birra trappista che deve il suo nome alla vicina cittadina di Malle, appunto. Purtroppo qui la visita al pubblico non è consentita (questi monaci sono schivi - d'altronde siamo al Nord), per cui rimaniamo un po' delusi (e disillusi) davanti alla grata di ferro del cancello di ingresso ad osservare questo antico edificio dai tratti essenziali, finché non veniamo colti da una fastidiosa pioggia (evento meteorico miracolosamente schivato finora, sempre consapevoli che prima o poi sarebbe successo), che si fa sempre più insistente con il trascorrere dei minuti. Come sempre e questa volta direi anche per fortuna, oltre il giardino dell'abbazia si trova la relativa brasserie dove è possibile degustare la birra che le da il nome: questo posto è molto meno caratteristico rispetto ai precedenti, si tratta di un moderno locale con tavolini e poltroncine in pelle nero stile retrò, che in realtà crea un certo contrasto con il fascino desueto del monastero. Ma cosa importa, in fondo non siamo qui per dare giudizi architettonici!

La birra Westmalle è abbastanza commerciale, si può acquistare anche nei nostri supermercati più forniti, ma in questo contesto, in un lontano pomeriggio di agosto, sotto il cielo cupo di un remoto paesino del nord Europa, al ritmo di una pioggia battente, dall'interno di una brasserie belga le cui vetrate lasciano scorgere le dure linee di un'abbazia secolare su un sfondo fiammingo dai colori acquerello, questa birra acquisisce un sapore davvero unico e irripetibile. Siamo davvero immersi nella cultura locale e mi sento parte attiva di un dipinto o di un'immagine istantanea impressa nel tempo.

Bruges: 17 agosto 2014

Il giorno seguente partiamo alla volta di Bruges, una meravigliosa cittadina dal fascino medioevale avvolta in un'aurea romantica, i cui pittoreschi vicoli acciottolati e i suggestivi scorci che s'incontrano ad ogni angolo le conferiscono la tipica bellezza da cartolina.

L'intero centro storico è attraversato da una fitta rete di canali sui cui è possibile navigare a bordo di un battello e noi ovviamente non ci facciamo sfuggire l'occasione di visitare la città anche dall'acqua, godendo di una prospettiva unica oltreché incantevole.

Il susseguirsi di antichi palazzi dalle guglie altissime, di archi in mattoni, di chiese di pietra e di casette basse che si alternano a sprazzi di verde scuro ci introduce in un'atmosfera fiabesca e senza tempo.

Anche a Bruges, la bevanda nazionale è giustamente glorificata: fioccano musei a tema, brasserie, negozi, street food; dopo la magia e il romanticismo della in gita in barca, proseguiamo con il nostro tour a base di malto, orzo e luppolo, che ci porta a testare - per quanto possa sembrare impossibile - ancora nuovi tipi di birra.

Namur e Abbazia di Maredsous: 18 agosto 2014

Il nostro itinerario prevede a questo punto la visita all'Abbazia della nota birra Chimay, che si trova a sud di Bruxelles, nella parte meridionale del paese, la cosiddetta Vallonia. La nostra piantina ci suggerisce però che nei pressi della stazione di Namur, con una fortuita coincidenza, è possibile raggiungere la cittadina di Florennes e da lì visitare la vicina Abbazia di Floreffe, un altro piccolo gioiello secolare che, considerato il tempo a disposizione e la posizione geografica (è sulla strada!), decidiamo valga la pena di andare a vedere.

Namur, che è più che altro un trafficato centro commerciale, per noi rappresenta semplicemente un crocevia: la stazione ferroviaria e quella degli autobus è tutto ciò che abbiamo modo di vedere!

Da qui saliamo sul primo autobus direzione Florennes e arriviamo in un paese spettrale, negozi e locali chiusi, tapparelle abbassate, luci spente, strade vuote (in effetti anche l'autobus lo era): veniamo quindi lasciati (dal sadico autista) su questa piazza centrale dalla quale non partono né arrivano, per quel giorno, altre corse. Presi dallo sconforto e dalla delusione (per utilizzare un eufemismo), realizziamo di dover definitivamente abbandonare l'idea di visitare l'Abbazia di Floreffe e di dover più che altro concentrare le nostre energie su come scappare dal quel posto surreale per tornare alla civiltà ed evitare di rimanere per sempre bloccati in un paese che probabilmente non esiste. Come sul set cinematografico di uno di quei film catastrofici in cui il giorno prima un evento apocalittico ha distrutto tutto, lasciando miracolosamente in vita solo poche creature, ci incamminiamo su queste strade desolate (pensando a quanto è ingiusta la vita) finché all'orizzonte vediamo sopraggiungere un autobus! Mai disperare, con immensa fortuna riusciamo a tornare a Namur: che bello rivedere i volti delle persone, i suoni dei clacson e le macchine in coda ai semafori! Un viaggio non sarebbe un grande viaggio se non fosse motivato dalla curiosità, dallo spirito di avventura, dalla sete di conoscere e in questo caso specifico anche dalla sete di birra; indecisi se tornare o meno immediatamente a Bruxelles (per poi proseguire verso Chimay), a poche centinaia di metri da noi vediamo partire un autobus sul quale lampeggia la scritta "Abbazia di Maredsous": complice il sole che è tornato finalmente a fare capolino tra le nuvole, dopo una fugace occhiata all'orologio (ma si, abbiamo ancora qualche ora di tempo) e una folle e disperata corsa, nel giro di pochi minuti decidiamo che sarà proprio quella la nostra prossima tappa!

Scelta ovviamente super-azzeccata, il monastero di Maredsous è imponente e, tra quelli visitati fino a quel momento, è anche il più bello. Essendo arrivati all'ora di pranzo (è proprio il nostro giorno fortunato), la degustazione di birre - che consiste in ben tre diverse tipologie con colori che vanno dal biondo all'ambrato, al rosso - è accompagnata dal tipico formaggio, un'eccellenza locale che viene prodotta dagli allevamenti estensivi di mucche che pascolano nelle verdi campagne belghe (osservando dal finestrino dei treni e degli autobus presi durante l'intero tour, abbiamo stimato che ogni vacca dovrebbe avere a disposizione circa 10 ettari di terra!). Ovviamente sto esagerando, ma è per sottolineare l'ottima qualità dei prodotti gastronomici di questa terra lontana.

Abbazia di Notre-Dame de Scourmont (Chimay): 19 agosto 2014

L'ultima Abbazia che visitiamo si trova nei pressi della cittadina di Chimay, da cui prende il nome l'omonima e celebre birra. Probabilmente pochi conoscono dove questa bevanda viene prodotta e cioè in un luogo ameno immerso nel verde, tra lussureggianti giardini che profumano di umidità e di fiori e che fanno da cornice al glorioso monastero trappista realizzato in pietra e mattoni. Un angolo di pace assoluta dove si respira un clima di estraniazione dai ritmi incalzanti della quotidianità.

Trovandosi in una zona sperduta (questi monaci hanno bisogno di stare soli con se stessi e con la birra) ed essendo un luogo probabilmente poco frequentato dai turisti, possiamo raggiungere il b&b solo grazie a un taxi.

Varcata la soglia di questa accogliente struttura, si entra definitivamente nel fantastico mondo Chimay, birre a non finire e di tutte le possibili tonalità rosse, ambrate e bionde, formaggi trappisti, pane, carne ovviamente a base di luppolo, malto, orzo! Non esiste alternativa, la birra è in ogni dove, ma d'altronde se si viene fin qua c'è un motivo preciso e i proprietari non intendono in alcun modo deludere le aspettative dei viaggiatori più arditi.

Per arrivare all'Abbazia dal b&b è necessario attraversare un fitto bosco e camminare un po', ma la strada ne vale davvero la pena per vedere con i propri occhi il meraviglioso paesaggio che ci circonda ed entrare finalmente in contatto con una realtà fatta di meditazione, lavoro, sacrificio e giusta ricompensa. Una natura selvaggia ma al tempo stesso amica e compagna di vita.

Un incredibile viaggio dal fascino eterno, guidato da una buona dose di avventura e dall'irrefrenabile desiderio di vivere e condividere le antiche tradizioni di una terra lontana e apparentemente schiva ma che in realtà ha molto da offrire: questo per me è il Belgio.


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