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New York è come una realtà parallela, brillante, energica, creativa, sfavillante, frizzante, multiculturale, all'avanguardia.
Manhattan rappresenta il suo vero cuore pulsante, con il groviglio di grattacieli sempre illuminati, i parchi senza fine, gli innumerevoli musei e gallerie d'arte, i locali di tendenza, i set cinematografici a cielo aperto, gli spettacoli musicali e teatrali, i negozi alla moda e di design.
Un continuo incontro di differenti culture che si mescolano nei ritmi frenetici e deliranti di una metropoli dal carattere smisuratamente cosmopolita, in grado di stupire ad ogni angolo e dove è impossibile annoiarsi anche solo per un minuto.
New York è il viaggio sognato ad occhi aperti per troppo tempo, che decidiamo di vivere intensamente e da autentici insider, cercando di confonderci quanto più possibile con i newyorkesi, per condividerne le abitudini e gli stili di vita sempre un po' sopra le righe.
Lower Manhattan e Brooklyn
Per tutta la durata della nostra permanenza, alloggiamo nell'East Village, ovvero nel quartiere Lower East Side dell'isola, a casa di una coppia di newyorkesi che - probabilmente per arrotondare gli stipendi, visto il costo della vita notoriamente alto di questa città - ci mettono a completa disposizione una stanza della loro abitazione (la camera), mentre bagno, cucina e salotto sono in comune.
Veniamo accolti da Sam che, mentre guarda una partita di basket in tv, mangia patatine in busta e beve coca-cola sul divano: ci diciamo che non può esserci modo migliore per cominciare la nostra esperienza a stelle e strisce e tuffarsi a pieni sensi in questa strepitosa avventura!
L'East Village è senza dubbio il quartiere più vibrante di Manhattan, gremito di locali che ogni sera propongono musica dal vivo di artisti più o meno sconosciuti, giovani promesse dal talento straordinario con un inconfondibile stile underground; su suggerimento di Sam, trascorriamo la prima serata al "Rockwood" perché - ci dice - ci sono gli Abaraki in concerto. Entrati nel piccolo locale, una folla esultante ci travolge, tutti ballano e cantano in un'atmosfera intima sulle note di una band davvero meritevole, la cui esibizione da quel palco così vicino mi lascia totalmente (e positivamente) sbalordita. "Perché non li conosco? Ma da quando suonano? Ah qui siete tutti così bravi..dimenticavo, siamo a New York..è che io sono italiana, non sono abituata..da noi ci sono le cover-band". Ovviamente non possiamo non comprare il CD: un originale souvenir per un impagabile amarcord da custodire gelosamente negli anni avvenire.
La visita di Lower Manhattan ci offre l'incontro con alcune tra le migliori attrattive della Grande Mela: mentre camminiamo lungo le immense strade che in maniera perfetta disegnano il reticolato dell'isola, veniamo continuamente distratti da scenari metropolitani già noti grazie al cinema, la cui visione dal vivo ci rende euforici. Ogni scorcio ispira una citazione cinematografica o musicale.
Passeggiare tra gli immensi grattacieli di vetro di Wall Street, in una fitta giungla urbana intervallata qua e là da rari sprazzi di cielo, ci fa sentire infinitamente piccoli; attraversiamo l'intero quartiere con il naso all'insù fino a raggiungere il battello che ci porterà a visitare Ellis Island e la mitica Statua della Libertà. Provo una sincera emozione nel trovarmi alla porta del "nuovo mondo", il punto di approdo di milioni di migranti che sfiniti ma colmi di speranze giungevano in questa terra; quante vite, quante storie e quanti sogni in quelle valigie che vediamo oggi esposte all'interno del museo. La multiculturale, eterogenea ed effervescente New York è la testimonianza del mix culturale più riuscito della storia.
Attraversando il quartiere di Chinatown, arriviamo a nord di Lower Manhattan, ovvero quella che secondo me è la parte più trendy di tutta New York: Soho, con le sue strade dai pavimenti lastricati, abbonda di negozi di alta moda, boutique di stilisti emergenti, gallerie d'arte, caffè e ristoranti esclusivi, locali notturni. Per fortuna prima di partire ho lasciato sufficiente spazio in valigia perché qui è impossibile resistere alla tentazione di fare acquisti!
Carichi di entusiasmo e di buste dello shopping, proseguiamo verso Greenwich Village, il quartiere residenziale dai viali alberati che culmina con Washington Square. Ecco, se avessi la possibilità, sceglierei di vivere esattamente qui: una zona tranquilla immersa nella metropoli, ricca di spazi verdi con un prospera attività culturale e una vivace movida notturna. In una favolosa Washington Square sommersa dal sole, incontriamo gruppi di musicisti di strada che offrono spettacoli jazz o blues, a pochi passi notiamo il set di un qualche programma o spettacolo televisivo e, spostandoci poco oltre, ci imbattiamo nella famosa casa in cui è stata girata la serie "Friends" e poi ancora nel "Caffè Vivaldi", conosciuto per uno dei tanti film diretti da Woody Allen ("Basta che funzioni"). Non esiste nessun altro posto al mondo che, a livello artistico e culturale, offra così tanto in maniera così concentrata nel tempo e nello spazio!
Sedotti dall'atmosfera di questo quartiere, optiamo di trascorrerci più di una serata, alternandoci tra ristoranti gourmet e locali in cui ascoltare musica ovviamente dal vivo: per la prima volta partecipiamo all' "open mic night", un evento durante il quale si esibiscono, su un palco adibito all'interno del locale, una serie di cantanti esordienti che propongono dei pezzi propri. Un momento indimenticabile nel cuore di una Manhattan che pullula di arte e talento, ovviamente circondati sempre e solo da newyorkesi.
Da Lower Manhattan ci spingiamo nel quartiere di Brooklyn; attraversiamo l'omonimo ponte a piedi, mentre godiamo del celebre skyline di New York, una visuale davvero mozzafiato che ci regala uno dei più bei panorami della città!
Brooklyn è raggiungibile anche mediante Williamsburg Bridge: questa volta utilizzando la metro, arriviamo nell'omonimo quartiere hipster, una zona lontana dal caos convulso di Manhattan e che mi conquista immediatamente per la sua anima autentica, il suo carattere eclettico e la sua cultura sub-urbana. Qui i turisti scarseggiano (probabilmente siamo gli unici), incontriamo gruppi di giovani che passeggiano come noi o si fermano a bere un drink nei numerosi locali disseminati lungo le vie, ovunque ci sono negozi vintage e in stile industrial, case dal fascino decadente impreziosite da murales e interi viali dedicati alla street art.
Lo shopping mi chiama ancora e non posso ignorarlo, entro in uno dei tanti negozietti anni '70 e compro di tutto: camice, borse, collane. Sono in paradiso!
A New York non manca proprio nulla, nemmeno il mare e anzi - siccome qui ogni cosa acquista una dimensione maggiore -c'è direttamente l'Oceano Atlantico! Con circa 45 minuti di metro, giungiamo nell'estremo sud di Brooklyn e arriviamo nella colorata e chiassosa Coney Island! Una fantastica Wonder Wheel e un luna park gigantesco si affacciano su un'immensa striscia di sabbia dorata, separati da quest'ultima da una lunga passerella in legno dove si susseguono locali, negozi, fast food e dove passeggiano spensierate intere famiglie. Il traffico incalzante di Midtown e il viavai frenetico del Financial District sono un lontano ricordo: qui l'atmosfera diventa tutto a un tratto festosa, rilassante; dalla luccicante metropoli che non trova mai pace veniamo di colpo catapultati in un caratteristico villaggio turistico dei primi anni '60 dai colori pastello.
La prima cosa che notiamo, mentre ci incamminiamo verso questo immenso parco giochi, è un tabellone elettronico che indica il record di hot dog mangiati dai concorrenti (sia uomini che donne) di una gara folle che il 4 luglio di ogni anno si tiene a Coney Island. Con le sue sfavillanti insegne giallo e celeste, Nathan's, che sarebbe appunto l'inventore dell'hot dog, rappresenta infatti un po' l'icona di questo posto. Anche noi, gustiamo il nostro pranzo a base di hot dog con vista sull'Oceano, prima di lanciarci in un giro del Luna Park per provare qualche divertente attrazione.
Midtown
Parlando di Midtown vengono subito alla mente alcune tra le principali attrazioni di New York. Una di queste è sicuramente Times Square, la piazza dalle innumerevoli insegne luccicanti che brilla 24 ore al giorno e che rappresenta il fulcro della metropoli, oramai conosciuto al mondo intero. L'eccentricità e lo sfarzo esagerato di questo luogo simbolo sono inebrianti e mi lasciano un po' stordita, quasi incredula dinanzi ad un simile ed incessante bombardamento di luci, riflessi e colori. C'è un quantità smisurata di gente, soprattutto turisti, intenti a fotografare ogni singolo scorcio...tanto per aggiungere ulteriori flash al contesto già di per sé molto psichedelico. La nostra attenzione viene invece catturata dai tanti cartelloni che pubblicizzano i musical in programmazione a Broadway in quei giorni: dopo numerose rotazioni del capo da una parte all'altra (c'è davvero un'offerta illimitata) la nostra scelta ricade su "Nice work" con Matthew Broderick; ci mettiamo subito in coda davanti ad una rivendita per acquistare i biglietti. Con 80 dollari a testa assolutamente ben spesi, prendiamo posto in un teatro dallo stile vagamente barocco dove siamo circondati da soli newyorkesi; abbiamo così l'opportunità di partecipare al miglior spettacolo musicale dal vivo della nostra vita: attori di primissimo livello, travolgenti musiche di Gershwin suonate dal vivo da una big band con una qualità audio senza pari, coreografie e scenografie meravigliose, costumi splendidi: insomma ne è valsa veramente la pena.
Per godere di un panorama a 360° della città, a Midtown ci sono due sensazionali osservatori collocati rispettivamente sull'Empire State Building e sul Top od the Rock che si trova nel Rockfeller Centre: quest'ultimo, che affaccia direttamente su Central Park, offre una visuale mozzafiato del meraviglioso polmone verde urbano e di tutti i grattacieli che lo circondano e che riflettono la luce del sole durante l'intero arco della giornata.
L'Empire State Building, in cima al quale saliamo la stessa sera del musical, ci permette di scrutare l'immensa distesa di luci che ogni notte illumina la città, rendendola una realtà sempre viva e pulsante. Un panorama non meno incantevole del precedente!
Nel West Midtown di New York c'è il famoso Chelsea Market, uno storico mercato coperto dallo stile fashion che si sviluppa, su più piani, all'interno di un gigantesco edificio in mattoncini rossi: è ora di pranzo e tra le tante offerte gastronomiche, ci dirigiamo verso il reparto pescheria e ne approfittiamo per assaggiare i famosi lobster, ovvero le freschissime aragoste bollite che sono un po' la specialità della casa.
Upper Manhattan e Bronx
La visita di Upper Mahnattan, ovvero della parte più a nord dell'isola, non può che cominciare con un giro nell'infinito verde di Central Park, il famoso parco cittadino dalla rigogliosa vegetazione che si alterna a laghi dove è possibile fare un giro in barca, immensi spiazzi dedicati ad attività sportive, artistiche o semplicemente al relax, ponti mozzafiato, e ancora giostre, edifici, terrazzi, musei. Insomma una città nella città.
La nostra passeggiata in questa sconfinata foresta urbana che si specchia in un perimetro di lussuosi grattacieli è allietata dalla presenza di una moltitudine di newyorkesi che evadono dalla metropoli e si rifugiano in quest'oasi di pace per prendere il sole, organizzare pic-nic, stare in compagnia, fare sport. Incontriamo persino il nostro amico Sam che fa jogging: una probabilità quasi pari a zero se pensiamo al numero di abitanti che New York conta! Ma quando si dice il destino...
La parte più settentrionale di Central Park confina con il quartiere afroamericano di Harlem: è domenica mattina per cui entriamo nella prima chiesa battista che incontriamo lungo il nostro percorso per partecipare alla messa gospel. In quanto turisti, non ci è permesso scattare foto; ci fanno accomodare nel loggione dal quale possiamo assistere affascinati allo svolgersi di un rito religioso completamente diverso da quello cattolico: un appassionato sermone di oltre un'ora durante la quale un pastore tiene viva l'attenzione dei fedeli grazie all'uso di una gestualità dirompente e di parole energiche che vengono intervallate dai canti gospel e dal suono del tipico organo hammond. Sembra proprio di essere sul set di "Sister Act"!
L'ultima tappa dal carattere tipicamente newyorkese è lo Yankee Stadium: come potevamo farci mancare una partita di baseball!
Prendiamo la metro direzione Bronx ed eccoci catapultati nel delirio sportivo di un comune pomeriggio nello stadio più famoso del mondo. In realtà dopo un po' realizzo che il pubblico sembra molto più preso da altre attività a base di snack e bevande varie, piuttosto che dalla partita in se: davvero bizzarro!
Milioni di parole non riuscirebbero a descrivere le sensazioni che New York sa regalare! Non basterebbe una vita per viverla appieno e la nostra breve ma intensa vacanza è stata solo uno squisito antipasto che ha alimentato la fame di conoscerla ancora meglio.
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