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Dublino: 17-20 marzo 2007
Festeggiare il St. Patrick's Day a Dublino significa entrare nel vivo della tradizione popolare irlandese, incontrare il suo animo più festoso e allegro: l'intera città si tinge di verde e il divertimento è assicurato. Fiumi di birra scorrono nei pub del famoso quartiere di "Temple bar" mentre folle di persone si riversano nelle strade incuranti delle rigide temperature; ci sono festival musicali ad ogni angolo, artisti di strada che indossano parrucche, parate, fuochi d'artificio, bandiere appese ovunque. Un clima di frenesia e di pura follia ci trascina in questa grande festa: con il bicchiere sempre in mano, con lo sguardo attento a non farci sfuggire neanche un particolare di un evento così sentito, ce ne andiamo a spasso per le vie affollate di Dublino, passando con nonchalance da un pub all'altro, salutiamo con gesti amichevoli chiunque incrociamo e se capita ci scambiamo anche due chiacchiere. Vuoi per l'apporto alcolico della birra, vuoi per l'adrenalina e lo spirito di allegria che regna sovrano, la festa di San Patrizio rappresenta un momento di vera integrazione, una gioia che unisce tutti!
Siccome non siamo qui solo per fare festa e bere birra, ma vogliamo anche capire come nasce tutta questa passione per la famosa bevanda al malto, il giorno seguente lo dedichiamo alla visita dello stabilimento di produzione della Guinness, uno storico complesso industriale dalle tipiche facciate a mattoncini rossi che si snoda in ben sette piani interamente dedicati, con tanto di mostre fotografiche, all'accurata descrizione dei metodi e delle tecniche di lavorazione della birra. La conclusione del tour prevede un bicchiere omaggio di Guinness da bere nel punto più panoramico della struttura: purtroppo, non essendo amante di questa tipologia di birra (scura e amarognola), lascio il mio drink a metà, facendo sicuramente inorridire il tizio che, qualche istante prima, me l'ha amorevolmente spillata.
Niente paura, posso recuperare la mia bevuta in uno dei tanti, tantissimi pub disseminati per tutta la città: con le loro facciate eleganti, le coloratissime insegne, il tipico arredamento in legno e le luci soffuse, questi luoghi rappresentano un'istituzione vera e propria, frequentati a tutte le ore (non solo la sera quindi!) da gruppi di ragazzi in cerca di svago o da malinconici irlandesi desiderosi di un po' di compagnia. Insomma chi non è mai entrato in pub irlandese o inglese (intendo in Italia) scagli la prima pietra. Beh, a Dublino ci sono più pub che negozi, per cui c'è solo l'imbarazzo della scelta. E io ne sono ovviamente felicissima!
Madrid: 15-18 marzo 2008
Se si alloggia nei pressi di Plaza de Puerta del Sol a Madrid, ci si trova nella parte più centrale e rumorosa della città e si ha il vantaggio di raggiungere a piedi tutte le principali attrazioni turistiche. Il nostro week end nella solare e stravagante capitale spagnola parte proprio da qui, dall'enorme e affollata piazza, importante crocevia in cui ogni giorno transitano migliaia di persone.
Madrid riesce ad essere una moderna città ricca di storia, cultura e arte, senza mai rinunciare alle più autentiche tradizioni spagnole, dalla famigerata corrida alle tipicità gastronomiche, ai balli latini. Un luogo in cui tradizione e innovazione si fondono brillantemente in un perfetto connubio antico-moderno.
Dagli ampi viali circondati dai nobili palazzi monumentali, di cui la famosa Calle Major, dalla quale si raggiunge in 5 minuti la splendida e monumentale Plaza Major, è uno dei tanti esempi, si passa alle stradine lastricate dei quartieri dedicati alla movida, con i locali sempre aperti, le succulente tapas in vetrina e le colazioni a base di churros e cioccolata.
Dai celebri musei d'arte che Madrid può vantare a livello mondiale si passa ai mercatini rionali, che - con i vivaci colori e il costante brusio - movimentano le vie della città e alla cui visita io non riesco proprio a rinunciare.
A Madrid abbiamo l'occasione di entrare nella prima di una serie di "Plaza de Toros" che avremo modo di incontrare e visitare nei nostri successivi ritorni nella penisola spagnola; col senno di poi, questa è di certo la più imponente e prestigiosa. Tralasciando per un momento il tipo di manifestazione che si svolge al suo interno, rimango affascinata dall'eleganza dei dettagli architettonici che compongono la sua facciata oltre che dalla sontuosità dell'intera arena.
Come la maggior parte delle grandi capitali che sorgono distanti dalla costa, anche Madrid vanta diversi parchi: l'ultimo pomeriggio nella città spagnola lo dedichiamo ad una rilassante passeggiata nel "Parco del Retiro", un immenso polmone verde impreziosito dai monumentali edifici simbolo della famiglia reale e che si suddivide in giardini, laghi dove è possibile fare un giro in barca, piste di pattinaggio, viali cosparsi di panchine in ferro battuto, deliziosi punti ristoro dedicati allo street food.
Londra: 24-27 ottobre 2013
L'elegante e irriverente Londra, la città dall'animo ribelle ma dall'aspetto sempre composto, la culla della cultura punk anni 70, della moda rock e, soprattutto, simbolo indiscusso della musica.
Londra, che per infinite ragioni non necessita di molti preamboli e che ognuno avrebbe l'obbligo di visitare almeno una volta nella vita, è arte, stile, creatività, divertimento, innovazione, multi-culturalità.
Nonostante il mio discreto numero di viaggi, nutro un particolare affetto per questa città e l'atmosfera British che l'avvolge, le strade larghe e pulite, i solenni monumenti, i prati curati, i mercatini di quartiere dove darsi allo shopping sfrenato, i negozi d'alta moda (solo per guardare), i pub che servono birra a qualsiasi ora.
A Londra torno sempre volentieri, anche semplicemente (si fa per dire) per andare a sentire un concerto alla Wembley Arena oppure per assistere a un musical in uno dei suoi tanti teatri. La vicinanza (occorrono poco più di un paio d'ore di volo) e il collegamento diretto con la mia città, la rendono una meta ancora più ghiotta.
L'occasione per fare ritorno nella capitale britannica ci viene offerta dal tour di John Mayer del 2013 (nostro primo concerto del cantante, cui seguirà quello di Copenaghen del 2017 - di cui parlo in un altro post): con un paio di click prenotiamo viaggio e biglietto d'ingresso all'evento, zaino in spalla e si ri-parte!
Che emozione essere alla Wembley Arena, il sogno di una vita, da quando da ragazzina mi sono innamorata perdutamente del Brit-Pop. Tra l'altro, l'arena si trova di fronte allo Wembley Stadium, mitico scenario dei concerti che hanno fatto la storia della musica e passerella calcata dai più importanti artisti a livello mondiale!
Il pubblico è molto educato (vedi introduzione), ognuno ha il suo posto a sedere, noto che ci sono diverse persone di mezza età (50-60-70enni) e non posso fare a meno di pensare alla fortuna che tutti loro hanno avuto ad aver vissuto a Londra durante gli anni 60-70-80-90! In effetti provo una benevole invidia, ma anche una certa ammirazione per una generazione autenticamente nostalgica che, nonostante tutto, continua a riempire gli stadi per ascoltare ottima musica!
Quando si viene a Londra, oltre all'immancabile passeggio nel centro città e agli scorci che il Tamigi regala sotto determinati riflessi della luce (qui il sole è un grande assente), è cosa buona e giusta fare del terapeutico shopping. La scelta non può che ricadere su Camden Town o sul mercato di Portobello, due must per chiunque visiti la città, non foss'altro per contemplare lo spirito alternativo e vintage del primo o le pittoresche e ben rifornite bancarelle del secondo. Nella nostra breve permanenza, non ci facciamo mancare nessuno dei due appuntamenti e così - anche questa volta - riporto a casa sciarpe, collane, orecchini, borse.
Mentre girovaghiamo per il quartiere di Portobello, immersi nel continuo viavai di londinesi e turisti che affollano le strade, riusciamo casualmente ad assistere al concerto live di uno sconosciuto ma meritevole gruppo musicale che si sta esibendo all'interno di un capannone adibito allo street food. Una città meravigliosa che non smette mai di meravigliarmi e di infondermi energie positive.
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