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PARIGI, BUDAPEST, BERLINO: L'Europa in pillole (seconda parte)

  • Immagine del redattore: Marta Di Nicola
    Marta Di Nicola
  • 6 feb 2015
  • Tempo di lettura: 6 min

Parigi: 6 - 9 febbraio 2015

I meravigliosi viali parigini, tra musei e opere d'arte, tra caffè e bistrot, ci fanno perdere nell'atmosfera romantica e maledettamente poetica di una città raffinata e senza tempo, una malinconica fotografia stampata su tela, immensa ed elegante, proiettata verso il futuro ma con lo sguardo sempre rivolto al suo glorioso passato.

Arriviamo nella Ville Lumiére nel bel mezzo dell'inverno, le giornate sono incredibilmente limpide anche se l'aria è pungente e si fa fatica a restare in giro per più di qualche ora, senza sentire la necessità di rifugiarsi in qualche locale per riscaldarsi con del buon vino francese!

Ad ogni angolo Parigi regala scorci autentici intrisi di storia e cultura, mentre passeggiamo abbiamo la sensazione di imbatterci in qualche pittore o scrittore della Bella Epoque: ed è così che mi siedo sulla celebre scalinata del set cinematografico "Midnight in Paris" di Woody Allen nella speranza di veder sopraggiungere la carrozza che mi porterà ad incontrare Hemingway o Picasso...

Il quartiere che più di tutti esprime la vera essenza della capitale parigina è sicuramente Montmartre, un piccolo gioiello che culmina nella incantevole Basilica del Sacro Cuore, brillante di notte e magnifico belvedere di giorno. Montmartre è la Parigi descritta nei libri e rappresentata nei film, le librerie antiche e impolverate, gli artisti di strada che espongono i propri dipinti, i ristoranti con le sedie all'aperto, le botteghe d'artigianato, i sanpietrini per terra. Manca solo il sottofondo delle chansonnier francesi per essere immediatamente catapultati nell'atmosfera poetica e romantica di fine ottocento.

Ogni sera a Montmartre va in scena la movida parigina dai tratti meno borghesi e più underground, gli storici bar dalle luci soffuse e dall'arredamento a volte vintage a volte barocco aprono i battenti per un aperitivo o una semplice chiacchiera tra amici: l'atmosfera è talmente intima e accogliente che decidiamo di trascorrere qui ogni sera del nostro week-end parigino.

A pochi passi da Montmartre abbiamo l'occasione di visitare anche Pigalle, il famoso quartiere a luci rosse di cui il Moulin Rouge rappresenta il fulcro e lo scandaloso palcoscenico dei prestigiosi cabaret.

Poiché la mia ultima visita della città risale a circa 10 anni prima, mi sento in dovere di ripercorrere i principali monumenti e musei, che hanno reso Parigi famosa in tutto il mondo: giriamo quindi come trottole, dall'Arco di Trionfo alla Torre Eiffel, dal Louvre a Notre-Dame. A mio modesto parere, un luogo andrebbe sempre visto almeno due volte per comprenderne (o meno) appieno la bellezza e valutarne i reali effetti sulla nostra emotività.

I tre giorni nella capitale francese li passiamo tra un'intensa attività diurna dedicata al lato culturale e artistico della città e una movida notturna all'insegna dei tipici bistrot e dell'eno-gastronomia locale.

E così che salutiamo Parigi, dove una terza, ma anche una quarta visita si rivelerebbero sempre un'ottima occasione per tornare ad assaporare l'atmosfera autentica dell'eterna città del romanticismo per antonomasia.

Budapest: 12 - 15 agosto 2015

A differenza di quello parigino, il week-end trascorso a Budapest può definirsi, tra tutti, il più incredibilmente afoso dei viaggi: in quanto a temperature, trova avversari di paro livello solo nell'Andalusia e nel Giappone (che descrivo in due differenti post di questo blog).

I due simboli che rappresentano maggiormente la capitale ungherese, che in realtà - essendo molto raccolta - si visita in massimo due giorni, sono i ruin pub (cioè i pub in rovina) e le terme.

Se si viene a Budapest, è doveroso spendere almeno una serata in un ruin pub: essendo ricavati dentro le mura, questi locali sono luoghi antichi, fatiscenti e spesso molto poco illuminati; la particolarità è però data dall'arredamento stravagante, realizzato con un'accozzaglia di materiale vecchio, strappato ad un sicuro destino in una qualche discarica fuori città. Qui non c'è nulla di strano a trovare posto dentro una vasca da bagno invece che su una normale sedia, oppure a ricorrere a una messa in piega last-minute per sistemare i capelli in disordine!

Insomma questi pub sembrano rappresentare più una sorta di museo dell'assurdo piuttosto che dei canonici luoghi in cui amici e conoscenti si incontrano per bere un drink; d'altra parte costituiscono un meraviglioso esempio di recupero delle aree degradate urbane che altrimenti andrebbero perse per sempre. Direi ingegnoso e creativo allo stesso tempo!

Il Danubio, con il suo ampio e calmo letto, divide la città in Buda, la zona collinare più antica dalla quale svetta l'omonimo castello, e Pest, l'area pianeggiante e moderna dove invece si concentra la maggior parte delle attività commerciali e industriali. Approfittiamo per fare una crociera sul fiume, grazie alla quale abbiamo l'occasione di ammirare - da una prospettiva insolita - i principali monumenti che si affacciano sull'alveo, come ad esempio il parlamento ungherese, oltreché i cinque magnifici ponti che collegano le due parti di Budapest. Altro aspetto non di poco conto: sul battello c'è l'aria condizionata e questo ci permette di godere di un po' di refrigerio e di ripararci dalla bollente calura che imperversa sulla città!

Sul lungofiume di Pest, c'è la celebre e toccante scultura "Le scarpe sulla riva del Danubio" che rappresenta il dramma dell'Olocausto e che ci fermiamo un momento ad osservare alla luce del tramonto, mentre con la mente non posso fare a meno di pensare che purtroppo la brutalità umana non conosce tempo né confini geografici.

Dopo questa bella dose di storia e cultura, è arrivato il momento di approfondire le tradizioni gastronomiche ungheresi e come in ogni viaggio che si rispetti, facciamo il classico giro al mercato coperto della città. Il Central Market Hall è una struttura enorme, a due piani, realizzata in cemento, vetro e ferro battuto: al piano terra vi è una distesa di bancarelle e banconi per l'esposizione e la vendita del cibo, mentre al secondo troviamo piccoli negozi di souvenir oltreché bar e ristorantini dove gustare le tipicità locali. Considerato che, per quel poco che abbiamo visto finora, le spezie sono il cavallo di battaglia della cucina ungherese, decidiamo di comprare un bel po' di paprika (da riportare a casa) e optiamo di pranzare con un ottimo gulasch, giusto per farci ulteriormente salire la temperatura corporea! E qui purtroppo l'aria condizionata non è prevista.

Ma i cittadini di Budapest sanno perfettamente come e dove rilassarsi e rinfrescarsi: non a caso questa città è la capitale mondiale delle terme! Fiumi di acque termali e curative che qui scorrono in abbondanza e che hanno dato vita a questi bagni storici e di indiscutibile bellezza; il nostro pomeriggio termale lo trascorriamo nel complesso più importante di Budapest, tra piscine interne ed esterne, tra statue in stile neo-barocco e sdraio per prendere il sole, circondati dalla felicità di questo timido popolo che qui trova un vero angolo di pace in cui può sentirsi in vacanza anche solo per un giorno.

Berlino: 6 - 9 maggio 2016

E chi l'avrebbe mai detto che a maggio fa più caldo a Berlino che a Pescara? Magari si tratta solo di fortuna, ma il nostro fine settimana nella città tedesca, costantemente baciato dal sole, ci regala un'insolita rappresentazione della capitale del nord Europa.

Come a Parigi, torno a Berlino per la seconda volta con lo stesso desiderio di visitare e riscoprire quei luoghi simbolo di una storia controversa e devastante, ma anche di una coraggiosa rinascita che l'ha resa una città eclettica, evoluta e capace di fare tesoro del proprio passato.

Berlino, ospitale dall'animo gentile e mai monotono, con il suo mix di architetture classiche e moderne che si alternano ad immensi spazi verdi, la sua internazionalità e il saper stare sempre al passo con i tempi.

Passeggiare per le sue vie è piacevole e sorprendente, ci sono infinite attrazioni che evocano aspetti storici e artistici di un luogo apertamente dinamico e dal vastissimo patrimonio culturale.

Del tristemente celebre muro di Berlino oggi sono rimasti in piedi solo pochi frammenti, alcuni dei quali, che incontriamo nei pressi del fiume Sprea, sono principalmente dedicati alla street art: e ciò non può che confermarmi l'idea di come questo popolo ha saputo creare del buono da un'esperienza assolutamente negativa.

Il più lungo dei tratti di muro ha dato vita al memoriale, un museo in cui sono esposte le testimonianze di tutti i berlinesi che tentarono di sfuggire al regime sovietico e di scappare verso ovest...quelle foto in bianco e nero e quei tristi filmati suscitano in me emozioni molto cupe; e pensare che questa sconcertante negazione della libertà e dei diritti umani avveniva solo poco più di 30 anni fa in un posto così vicino casa nostra, in un continente che si dichiarava civile e all'avanguardia.

Viaggiare, che per me rimane il modo più valido e divertente di incrementare la propria cultura, dà sempre l'opportunità di constatare quanto l'uomo - nel corso della sua breve storia - si sia saputo elevare ma anche di come sia riuscito a cadere in basso.

Nella libertaria capitale tedesca vive un'importante comunità turca, perfettamente integrata nella società berlinese; l'atmosfera multietnica che valorizza l'intera città e che trova sfogo nei quartieri dedicati, si respira anche nei mercati rionali, dove non è affatto strano imbattersi sovente in una qualche variopinta bancarella che espone prodotti - alimentari e non - di inconfondibile origine orientale.

La scena dei locali di Berlino è altrettanto alternativa e accattivante, si passa dagli intimi cocktail bar dallo stile industrial ai pub a carattere indie-rock che si sviluppano all'interno di magazzini dismessi.

In una città giovane, di tendenza e dalla mentalità aperta come questa, movimentata dal continuo sfrecciare di biciclette lungo perfette piste ciclabili, anche la movida ricopre un aspetto centrale e noi, naturalmente, non ci facciamo sfuggire l'occasione di farci coinvolgere da tutta questa intraprendenza.







 
 
 

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